



Zariquiegui – Lorca ( 27 km ) – Km percorsi : 106
La tappa odierna inizia subito in salita : ci attende, a pochi chilometri, l’Alto del Perdon caratterizzato alla sua sommità da un monumento al pellegrinaggio costituito da sagome metalliche. Sul colle fanno la loro comparsa tutta una serie di torri di generatori eolici che saranno una costante del paesaggio in diversi dei luoghi che attraverserò quali, ad esempio, le mesetas dopo Burgos. Ho percorso almeno 2 chilometri quando mi rendo conto che ho dimenticato all’albergue il marsupio che contiene tutti i soldi, il bancomat e i documenti che mi sono portato appresso dall’Italia. Momenti di panico, Daniela con il suo spagnolo un po’ particolare e approssimativo (ma comunque comprensibile per i locali ) telefona all’hospitalera la quale conferma che ha trovato nei bagni il mio marsupio: di corsa e tutto trafelato ritorno all’albergue, mi profondo in ringraziamenti e poi raggiungo i miei compagni che mi attendono all’Alto del Perdon.
La discesa verso Uterga è ripida e sassosa, inizio ad avvertire un dolore sempre più fitto a causa di un callo che mi ritrovo sotto il mignolo del piede sinistro e che mi farà soffrire per una decina di giorni, fino a quando cioè non riuscirò a farmi curare questo inconveniente che mi fa vedere le stelle tutte le volte che appoggio il piede su un sasso in corrispondenza del mignolo incriminato. Arrivo ad Uterga in condizioni precarie, lo sforzo e l’ansia dovuti al recupero del marsupio si fanno sentire: mi sento quasi svenire, ho bisogno di nutrirmi e recuperare le energie perse, rimedio con un boccadillo al jamon ( un panino al prosciutto ) di dimensioni extra large che mi rimette in sesto assieme ad un’acqua tonica che diventerà la mia bibita preferita per tutto il Camino ( ne ho bevute in media 2 – 3 al giorno, sono stato in questo periodo un ottimo testimonial della Schweppes ). Sotto un sole cocente attraversiamo Obanos ( piccola cittadina caratterizzata da una serie di bei palazzi antichi ognuno contrassegnato dal suo stemma ) e verso le 12 siamo a Puente la Reina. Fatto velocemente il sello presso il Refugio dei Padri Reparadores percorriamo la calle Mayor, una strada rettilinea che accompagna il pellegrino dall’entrata all’uscita del paese. A metà della calle Mayor visitiamo la chiesa di Santiago che conserva una facciata romanica del XII secolo e all’interno una scultura lignea di San Giacomo raffigurato non come il matamoros guerriero ma come pellegrino.
Puente la Reina è un importante centro medievale nel quale si congiungono i cammini verso Santiago, quello navarro proveniente da Saint Jean Pied de Port e quello aragonese che giunge dal passo pirenaico di Somport e divengono un unico cammino denominato Camino Francès. Questa cittadina deve il suo nome al bellissimo ponte romanico dell’XI secolo fatto costruire dalla regina Munia, sposa di Sancho III di Navarra, per facilitare il transito dei pellegrini sul fiume Arga.
Lasciamo la cittadina verso le 14 sotto un sole cocente: ci aspettano 3 ore di cammino per arrivare a Lorca dove abbiamo prenotato presso l’albergue privato La bodega del Camino, per fortuna ho fatto scorta di acqua e succhi di frutta, non esagero se dico di averne consumato per 5 litri nel corso di questa caldissima giornata.
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