Giovedì 9 – Arrivo in cattedrale alle 9, hanno appena aperto e ne approfitto per recarmi subito alla Capilla Mayor, posta dietro l’altare maggiore e che conserva il prezioso busto di San Giacomo. E’ consuetudine abbracciare la statua di San Giacomo, chiedo ad un pellegrino di farmi in fretta e furia una foto mentre abbraccio la statua : sarebbe vietato fare foto ma la sorveglianza non è ancora al lavoro e questo mi consente questa piccola infrazione.

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La messa del pellegrino è a mezzogiorno e  al termine ho la possibilità di assistere alla cerimonia del Botafumeiro. Il Botafumeiro è un grande turibolo alto 150 centimetri e peso 50 chilogrammi che in passato veniva utilizzato prevalentemente per coprire il forte odore emanato dai pellegrini che affollavano la cattedrale e nella quale spesso trovavano ricovero per la notte. Il botafumeiro viene fatto oscillare da personale addetto (i “tiraboleiros”): essi lo issano fino a 22 metri d’altezza nella croce della navata centrale e quindi, con un sistema di corde e carrucole, gli imprimono un moto pendolare, fino a fargli sfiorare il soffitto delle navate ad una velocità di circa 70 km/h.

E’ un momento molto suggestivo che conclude nel migliore dei modi la messa del pellegrino.

Botafumeiro

Nel pomeriggio visito la chiesa di San Francesco che dista poche centinaia di metri dalla cattedrale.

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A ricordo del pellegrinaggio che San Francesco compì 800 anni fa a Santiago, viene consegnata ad ogni pellegrino che esibisca la Credencial una pergamena: ne approfitto, tornerò a casa con anche questo documento che poi incornicerò assieme alla Compostela e al Certificado de Distancia.

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Venerdì 10 – questa sera arriva mia moglie all’aeroporto, inganno l’attesa partecipando alla Messa delle 10 presso la Cappella dell’Altissimo e la messa del pellegrino di mezzogiorno: anche oggi al termine posso assistere alla cerimonia del Botafumeiro. Non è raro al giorno d’oggi vedere il Botafumeiro in azione, basta una offerta di 280€ e i tiraboleiros si mettono all’opera: molti gruppi provenienti dall’estero trovano modo abbastanza facilmente di tassarsi per mettere assieme questa cifra. In tarda serata prendo l’autobus per l’aeroporto, l’aereo arriva con qualche minuto di ritardo rispetto all’orario previsto.  Abbraccio mia moglie, in 38 anni di matrimonio non ci era mai capitato di rimanere distanti per un periodo così lungo ( 35 giorni ). Depositato il bagaglio alla pensione facciamo un giro per il centro: in piazza Obredoiro, sotto il palazzo della Regione della Galizia assistiamo ad un bel concerto di canti tradizionali spagnoli tenuto da un gruppo di musicanti nei loro abiti tradizionali. Domani andremo a salutare l’oceano, là dove finivano le terre conosciute. Ma questo ormai non fa più parte del cammino.

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Sabato 11 – partenza col pullman, dopo quasi 3 ore arriviamo finalmente nel paese di Finisterre : a piedi percorriamo i 3 chilometri per arrivare al faro, il punto estremo più ad occidente del continente europeo. La giornata non è purtroppo delle migliori, piove e fa abbastanza freddo a causa di un vento che viene dall’Atlantico

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Nel tardo pomeriggio rientriamo col bus a Santiago dove rimaniamo per altri 2 giorni in veste di turisti : lunedì 13 sera ci rechiamo in aeroporto ed è notte fonda quando atterriamo a Orio al Serio. Ci stanno aspettando i nostri figli Francesca e Luca coi quali ritorniamo in auto a casa. Si conclude così la mia indimenticabile esperienza in terra di Spagna grato a nostro Signore per le bellissime sensazioni che ho vissuto e che porterò per sempre nel cuore.