Siamo sul Camino Francese e ce ne accorgiamo in pochi minuti: ai rari compagni di viaggio incontrati fino a ieri sul Primitivo si sostituisce una successione pressoché ininterrotta di pellegrini che ormai vedono la meta vicina e quindi moltiplicano gli sforzi per coronare la loro fatica.
Nella marea di coloro che vanno a Santiago non possiamo non notare una signora che con encomiabile sforzo spinge una carrozzina per disabili nella quale è ospitato un ragazzino di una decina d’anni.
Subito dopo Melide ci è possibile visitare la chiesa di Santa Maria, bellissima chiesa romanica del XII secolo a navata unica
Si entra poi nel bosco e dopo poco più di un’ora si giunge all’abitato di Boente dove è possibile visitare una piccola chiesa dedicata a Santiago
il cammino è molto bello e poco dopo si attraversa, su un vecchissimo ponte, il rio Iso
pochi chilometri dopo si arriva ad Arzua, forse il centro più importante della zona: a differenza degli altri paesi incontrati l’attraversamento del paese richiede tempo.
Un bellissimo bosco di eucalipti ci porta alla periferia di Salceda dove pernottiamo. L’albergue Salceda è una struttura realizzata da pochi anni: bella anche se, come spesso succede, con una manutenzione che lascia abbastanza a desiderare.
Massimo si riposa facendo un po’ di stretching
poi la consueta cena del pellegrino che stasera prevede spaghetti ( ovviamente stracotti ) e carne di manzo come secondo
Si va a letto un po’ tesi: domani, a Dio piacendo, si arriva a Santiago e questo pensiero ti fa tornare alla mente i momenti di difficoltà nei quali la meta sembrava tanto lontana, quasi irraggiungibile!
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