Da Belorado a Agés ( 27 km ) – Km percorsi : 267
Tappa impegnativa, specialmente nella parte centrale: dopo una dozzina di chilometri pressochè pianeggianti si comincia a salire dopo Villafranca per i Montes de Oca. Quest’ultimo tratto è molto impegnativo e porta ai 1.130 metri dell’Alto de Valbuena, luogo che purtroppo è tristemente famoso per un monumento ai caduti che ricorda il ritrovamento in alcune fosse comuni di circa 300 persone fucilate durante la guerra civile spagnola.
Nonostante l’altezza fa un caldo pazzesco e si fa una fatica indescrivibile lungo il largo sentiero in pieno sole scavato nel bosco : è presente anche una camionetta della Protezione Civile che presta soccorso ai pellegrini in difficoltà, in particolare ad una ragazza italiana che ha problemi ad una caviglia e che verrà portata all’ospedale di Burgos.
Ho un attimo di mancamento, forse a causa dell’eccessivo caldo: fortunatamente in pochi minuti mi riprendo dopo una abbondante bevuta e grazie alla presenza di Nico che si è accorta delle mie non brillanti condizioni di salute e mi sta a fianco in questo mio momento di difficoltà.
Inizia il tratto in leggera discesa che dopo 3 chilometri in un paesaggio solitario e selvaggio ci porta a San Juan de Ortega. Il complesso monastico è attualmente in fase di ristrutturazione ed è posto in un luogo molto bello e isolato: la località prende il nome dal santo a cui è legata. San Juan visse nell’undicesimo secolo e dopo l’ordinazione sacerdotale collaborò con santo Domingo nella costruzione di ponti e nel miglioramento della via jacopea.
San Juan è sepolto nella cappella romanica del monastero
che ha visto anche Isabella la Cattolica fra i pellegrini che hanno reso omaggio a San Juan in virtù delle proprietà miracolose contro la sterilità attribuite al santo.
Molto bello anche l’ultimo tratto del percorso che porta ad Agés distante ormai poco più di 3 chilometri: un paesaggio brullo con un sentiero di terra rossiccio al quale fanno da contorno stupende querce centenarie.
Verso le 16 siamo finalmente ad Agés e concludiamo la tappa odierna all’albergue El Pajar de Agés.
Esaurite le solite formalità ( doccia, lavaggio indumenti,… ) chiedo all’hospitalero se in paese c’è una massaggiatrice: da alcuni giorni avverto un discreto dolore ai muscoli delle gambe, fortunatamente la massaggiatrice è disponibile e riesco a fissare un appuntamento per le 18. La signora parla solo spagnolo e una delle poche parole che comprendo è che avrei bisogno di descanso ( cioè di riposo ), le assicuro che vedrò di riposare una volta arrivato a Burgos, quello che è importante è che mi rimetta in sesto. Così avviene, esco dopo un’ora di tortura ma comprendo che ho fatto una giusta scelta nel cercare di ripristinare l’efficienza delle mie gambe. Al riguardo ho potuto constatare in questi ultimi giorni la sofferenza di diversi pellegrini dovuta all’insorgere di dolorose tendiniti o di problemi alle ginocchia o alle anche: alcuni ( e li vedi piangere per la tristezza ) sono costretti a chiudere la loro esperienza a causa della sofferenza, altri ( con diagnosi meno infausta ) debbono fermarsi per alcuni giorni per rimettersi in sesto.
Alla sera ceniamo in un grazioso e piccolo ristorante: nel corso della cena a noi si aggiungono anche due giovani di Mogliano Veneto e di Bergamo oltre a Gigi, Elena, Giulia e Nicola che abbiamo ritrovato ad Agés. E domani è il fatidico giorno degli addii: si arriva finalmente a Burgos, mancano solo 24 chilometri e lì la comitiva si scioglierà.
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