Da O Pedrouzo a Santiago de Compostela ( 20 Km ) – Km percorsi : 786
Ultimi 20 chilometri, dopo un primo breve tratto nel bosco di eucalipti il sentiero entra in una zona devastata dalle opere pubbliche legate alla nuova autostrada: ci stiamo avvicinando alla meta, la strada sterrata gira attorno all’aeroporto di Lavacolla, il rumore degli aerei in fase di atterraggio o decollo è assordante. Un vero e proprio diluvio ci accoglie a San Marcos dove sono ubicati i palazzi della televisione spagnola e di quella della Galizia.
La pioggia è accompagnata da un forte vento che in pratica ti bagna nonostante l’ombrello e il poncho: non importa, avanti comunque, si continua nonostante tutto.
Si sale verso il Monte do Gozo ( monte della gioia ) dove è collocato un monumento da cui si intravedono le torri della cattedrale di Santiago: mancano pochi chilometri, si inizia la discesa verso la periferia della città. Mi sento con Patrizia, lei è arrivata da due giorni e ci incontriamo alla periferia di Santiago: è un incontro commovente, comune è la gioia per essere arrivati. Fortunatamente la pioggia cala di intensità e quando passando per l’Arco del Palacio entriamo in piazza do Obradoiro mi trovo improvvisamente davanti la cattedrale : realizzo che il Cammino è compiuto, l’impresa è riuscita, la paura di non farcela è dissolta. Ora è tempo di gioia, c’è posto solo per la felicità, la commozione e il ringraziamento. Degna conclusione del cammino la foto con l’ombrellino fiorito che Patrizia mi scatta davanti alla cattedrale.
Sono da poco passate le 12,30, la cattedrale è in fase di restauro e si presenta nel suo aspetto meno bello: le 2 torri ingabbiate nei ponteggi tubolari sono coperte nella parte anteriore da un telo che dovrebbe rappresentarle come dovrebbero apparire al pellegrino, un vero pugno in un occhio da un punto di vista puramente estetico. Mi faccio fotografare col mio ombrellino fiorato che mi ha fatto compagnia da Burgos e la commozione mi prende : penso che i miei amici trentini saranno contenti, ho mantenuto la parola che avevo dato loro di portarlo a Santiago. Entro in cattedrale passando per il Portico della Gloria che però, come anche tutta la navata centrale, è ingabbiata dai ponteggi tubolari: non è quindi possibile appoggiare la mano destra nei cinque solchi che stanno alla base della colonna centrale . Per secoli questo gesto era il ringraziamento e la richiesta di benedizione che i pellegrini compivano a conclusione del Cammino. Accedo alla cripta dove, in un’urna d’argento, sono conservate le reliquie di San Giacomo.
Dopo la doccia fatta presso la pensione che mia moglie ha prenotato, ritorno verso le 16 in centro e mi dirigo verso l’Ufficio di accoglienza del pellegrino. C’è una lunga coda per ottenere la Compostela, davanti al portone incontro Roger che è arrivato come me nel primo pomeriggio. Chiediamo il favore di farci una foto
oltre alla gioia di essere arrivati non manca la commozione: lui domani pomeriggio volerà a Londra per poi ritornare a casa negli Stati Uniti. l saluti di commiato hanno anche quella tristezza che deriva dalla consapevolezza che Roger, col quale hai condiviso le fatiche del Cammino, è una delle tante persone che hai conosciuto ma che, a meno di eventi eccezionali, non rivedrai più.
Mi riprometto di tornare più tardi, forse la coda sarà diminuita: così è infatti, assieme a Patrizia mi metto pazientemente in fila e dopo quasi 2 ore di attesa presento all’impiegata le mie 2 Credencial coi vari sellos accumulati durante i miei 33 giorni di pellegrinaggio, sono in totale 70 timbri che ho collezionato e che mi danno la possibilità di ottenere la famosa Compostela e il Certificado de distancia ( quest’ultimo documento certifica i chilometri percorsi che variano a seconda del punto in cui è iniziato il pellegrinaggio )
Ritorno verso sera alla pensione, fa 2 giorni arriverà mia moglie colla quale farò il turista a Santiago e a Finisterre prima di ripartire assieme per l’Italia.
Non nascondo che quando sono partito per questa stupenda esperienza ho nutrito anche qualche dubbio circa il fatto che potessi farcela: le mie condizioni di salute da qualche anno lasciano a volte a desiderare a seguito di una fibrillazione atriale che, essendo una malattia cronica, è sempre in agguato. Ringrazio Dio per le condizioni di salute di cui ho goduto nel corso del mio pellegrinaggio: man mano passavano i giorni in me si rafforzava il convincimento che ce l’avrei potuta fare ad arrivare alla meta. Non è necessario essere super atleti per affrontare il Camino: un buon allenamento di base, un buon paio di collaudate scarpe, una corretta alimentazione sono i principali requisiti perché ognuno possa arrivare alla meta. Si può fare il cammino per varie ragioni: da parte mia l’ho affrontato come un pellegrinaggio nel corso del quale ho recitato un numero impressionante ( almeno per la mia scarsa propensione alla preghiera ) di rosari e di invocazioni a Maria e a San Giacomo.
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